Angelo Ferrillo è un fotografo, photo editor, art director e docente di fotografia. Napoletano nel cuore, milanese ogni giorno, ma viaggia in tutto il mondo per lavoro e passione. La sua casa rispecchia il suo spirito innamorato (della moglie, dei suoi cani e dei libri fotografici). L’arredamento di una casa piccola, se ben curato nei dettagli, può trasformarla in uno spazio molto personale e caratteristico.
Oggi la professione ha bisogno di estendersi ed essere polifunzionale. Ecco perché attualmente lavoro come fotografo, photo editor, docente di fotografia e art director. Mi chiamo Angelo Ferrillo e sì, amo follemente la fotografia.
Sono nato a Napoli, dove ho vissuto per un po’ – e dove sono tornato a vivere per un po’ – ma mi sono spostato anche a Londra, Torino, al Cairo, e poi a Milano dal 2005. Oggi vivo in un piccolo paese tranquillo della provincia milanese, con mia moglie e i miei cani.
Cos’è importante per me tra le mura di casa? Lo spazio. Avere spazio nella living room è fondamentale, appunto perché è… “living”. Apprezzo molto il comfort e la comodità: vivere in un ambiente pratico significa sentirsi sempre a proprio agio, come se quella stanza diventasse parte di te. E mi piacciono gli spazi accoglienti: la mia casa è accogliente nell’atmosfera, sempre, perché adoro invitare gli amici a casa per cena e desidero che anche loro abbiano la percezione di essere in un ambiente che sa di noi, non sterile e asettico. Sarebbe come non ricevere un abbraccio.
Il mio lavoro mi fa viaggiare spesso e questo mi tiene vivo, ma tornare a casa è sempre un piacere unico. Il mio bilocale è piccolo, circa 53 metri quadrati (l’ho comprato quando ero giovane e non avevo ancora prospettive di allargare la famiglia), ma non c’è un altro posto che potrei chiamare casa. Adoro passare del tempo a leggere e cucinare, tra il soggiorno e l’angolo cucina. Lì ci sono la maggior parte degli oggetti per me più preziosi: la mia libreria fotografica – che ovviamente consulto spesso – la TV che accendo sistematicamente sul TG la mattina, e poi – da bravo napoletano – il mio locale preferito è la cucina.
Quando viaggio mi mancano molto mia moglie, i miei cani e i miei libri. Per ovvi motivi non posso portarli con me, almeno non tutti, non sempre. Mi sono sposato da poco, ma conviviamo da molti anni e svegliarmi con lei è qualcosa che va oltre l’abitudine, così come addormentarmi accanto a lei. Sono un collezionista di libri fotografici. Ho anche molte scansioni digitali, per praticità, ma la bellezza delle riviste cartacee è insostituibile. E i miei cani Oliver e Mitte sono i miei migliori amici.
Nella casa ideale, per me non può mancare uno svuota tasche all’ingresso – ricordo che mio padre lo usava spesso quando ero un bambino, e averne uno mio, oggi, mi riporta subito a quei ricordi felici. Nel salotto, bè, ci dovrebbe assolutamente essere una libreria, mi piacciono specialmente quelle che invadono pareti intere: credo che diano calore e personalità alla casa e facciano conoscere meglio chi la abita, proprio come un libro aperto.
E in camera da letto… Mi ci vuole un letto alto, soffice, che mi faccia sentire sospeso. Anche se per un po’ ho avuto la passione per i letti futon, a terra: mi piaceva che il mio cane Oliver si sdraiasse accanto a me mentre dormivo.
Talvolta la mia casa è anche il mio ufficio. Ho tutto a portata di mano e non devo muovermi troppo, nemmeno se sento il bisogno di un caffè. Credo che se avessi una scrivania sarebbe disordinata (come del resto era il mio ufficio quando lavoravo nel campo dell’ingegneria). Penso che il concetto di “ufficio minimal” pensato da Steve Jobs sia molto interessante, ma non ho ancora avuto modo di sperimentarlo.
Relax? Cos’è? Scherzi a parte, ho una vita abbastanza frenetica, ma cerco di trascorrere il tempo libero con mia moglie e i miei cani, tra serie tv e buona cucina. Ecco, forse quello che mi rilassa molto è cucinare. Impegnativo, perché devo sempre dare il massimo di me stesso, ma poi al primo boccone mi rendo conto che c’è tutto quello di cui avevo bisogno per stare bene.
Ricordo la mia casa di Napoli in cui ho vissuto quando ero bambino… Aveva un corridoio lunghissimo con le camere tutte su un lato (era un palazzo di architettura spagnola) e ricordo che era luminosissimo. Giocavo spesso, e tanto. Mentre la casa in cui vivo tuttora mi ricorda con dolce malinconia il giorno in cui l’ho comprata. Surreale: sono stato 3 mesi con un solo piccolo divano, un fornellino elettrico, una moka e una tv 14’’ con tubo catodico.
Poi in realtà tutto diventa un bel ricordo se vissuto a pieno e con il sorriso.