Jenny è interior designer con una passione spiccata per la cucina. Vive a NYC e sotto l’albero di Natale quest’anno troverà il regalo più bello di sempre.

“Merry Christmas” cita l’insegna in legno grezzo fuori dal portone blu. È già Natale, ma a Jenny sembra ieri il giorno in cui ha deciso di andare a vivere a New York. Sin da piccola era cresciuta con i racconti straordinari dello zio italo-americano, e da sempre sognava di vivere nella Grande Mela. Ma dopo la laurea in interior design a Milano, Jenny aveva fatto stage e lavorato per anni con una paga misera e poche soddisfazioni. Alla fine si era fatta coraggio e, grazie a qualche consiglio di zio Frank, aveva impacchettato le sue cose, comprato il primo biglietto di sola andata della sua vita ed era partita. Per NYC.

Aprile 2018

“Ultima chiamata per il volo SE29 di Alitalia diretto a New York delle ore 20.45”. Jenny sta correndo lungo i corridoi dell’aeroporto di Milano Linate, trascinando una valigia e un paio di borse. Come sempre, è in ritardo. “Mamma, papà, mi mancherete tantissimo! Ma tornerò ve lo prometto!”. Gli occhi lucidi di due genitori tristi ma orgogliosi fanno commuovere Jenny, ma è una ragazza determinata e porterà a termine il suo sogno, ne è sicura. Sarà dura ma ce la farà, anche grazie al loro sostegno.

Si parte.

Il volo sembra tranquillo, le hostess stanno già servendo il caffè caldo. Jenny guarda fuori dal finestrino: sono sopra Parigi, e le sembra di intravedere la Tour Eiffel al di sotto di quelle nuvole fatte di zucchero filato. “Andrà tutto bene, andrà tutto bene” – si ripete tra sé e sé. La verità è che oltre ai sogni e alla determinazione, nel cuore di Jennifer c’è anche la paura. Paura di essere dall’altro capo del mondo da sola, paura di non farcela, di fallire, di sentire troppo la mancanza della famiglia e degli amici. “Andrà tutto bene”.

Maggio 2018

È passato un mese dall’arrivo di Jenny a Manhattan. E sì, è esattamente proprio come la immaginava: grattacieli troppo alti e troppo imponenti per poter descrivere la sensazione che si prova camminandoci sotto, file infinite di taxi gialli che affollano l’orizzonte, la natura di Central Park che pare uscita da una favola. “Che meraviglia”, pensa Jenny la mattina quando esce dal suo appartamento al 17esimo piano. “Can I have a black americano please?”- chiede al Coffe Bar vicino a casa. Ormai la giovane italiana apprezza la filosofia del caffè made in USA, anche se a pensarci bene un espresso ogni tanto le manca.

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Jenny si aggira per strade sconosciute ma che le ispirano curiosità. Sta cercando qualcosa di preciso, sa quello che vuole. “Deve essere uno spazio non troppo grande, intimo, in cui possano starci pochi tavolini che diano l’idea di casa”. Jenny si è prefissata l’obiettivo di trovare un locale adatto per aprire il suo ristorante entro la fine dell’anno.

Giugno 2018

L’estate newyorkese è più calda del previsto. Il sole brilla alto nel cielo, e oggi è un giorno davvero speciale per la piccola Jenny. Firmerà il suo primo contratto, ha finalmente trovato quello che presto diventerà il suo ristorante. È al settimo cielo. Quando poggia la penna sul documento ufficiale e ci scrive sopra il suo nome, sente che sta per piangere: “non può essere vero, sta succedendo!”. Fra commozione, paura e felicità, la quasi 31enne Jenny si ricorda improvvisamente di avere un appuntamento con Kate e Alex – ormai sono la sua famiglia (americana).

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Settembre 2018

L’estate è trascorsa velocemente, troppo. Jenny, nell’ordine, ha: fatto ristrutturare il locale, comprato i mobili – tutti rigorosamente made in Italy – incontrato un ragazzo, e dimenticato dopo un mese, ha festeggiato il suo 31esimo compleanno, rotto la bicicletta, cucinato piatti italiani per Kate e Alex praticamente tutti i weekend e imparato una sfilza di parole inglesi in slang americano che non pensava di essere in grado di pronunciare.

Si è divertita, ha pianto su Skype con mamma e papà, ha mandato mail alle amiche di Milano, ha scritto una lista di cose da fare per il ristorante, ma ancora non ha scelto il nome. È convinta che il nome giusto arriverà al momento giusto.

Ottobre 2018

Autumn in New York è uno dei suoi film preferiti. Ma vista dal vero, NY con i colori dell’autunno è ancora più bella.

Manca poco. Tutto l’arredamento del ristorante è stato montato, è ora di vederlo quasi pronto. Jenny gira la chiave nella serratura, la porta è in legno massiccio e ha una vetrata a cui dovrà appendere l’insegna “Close/Open”. C’è un silenzio ovattato nel locale vuoto, ma Jenny sembra sentire già le risate delle persone, il rumore delle posate d’argento sui piatti in ceramica. Sfiora con una mano la superficie in marmo bianco venato grigio del tavolo rotondo: è perfetta, liscia e semplicemente perfetta. È decisamente in love con quei tavoli.

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Tavolo Millennium Rotondo, struttura in acciaio laccato e piano in Super Marmo bianco venato grigio; sedie Margot, in legno massello e monoscocca rivestita e imbottita bianca.

I 6 tavoli della sala sono eleganti, come le sedie rivestite di tessuto bianco come la neve. La lampada è un regalo di mamma Elisa: è a sospensione e ha un paralume in tessuto nero. Discreta, raffinata, proprio come sua madre. Jenny non vede l’ora che illumini l’entrata!

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Lampada Strega, a sospensione con paralume in tessuto nero interno oro

Lo scrittoio rosso è il complemento d’arredo che preferisce: il cuoio color granata intenso sfavilla sotto le luci natalizie che illuminano il locale da fuori. Ogni suo riflesso rosso le ricorda i Natali passati a casa con la famiglia e i vecchi amici. “Quanto mi mancano”, riflette un po’ malinconica. “Questo diventerà la nicchia per l’accoglienza ospiti!”, si ritrova a pensare allegra per scacciare la nostalgia. “E sopra ci metterò il vaso fatto a mano che mi ha portato Kate dal viaggio in Europa! Voglio che questo posto sia intimo e rassicurante per le persone, che possa essere un po’ casa per me e anche per gli altri. Voglio che racconti piccole storie!”.

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Scrittoio Secret

Dicembre 2018

“Merry Christmas” cita l’insegna in legno grezzo fuori dal portone. È già Natale, ma a Jenny sembra ieri il giorno in cui ha deciso di andare a vivere a New York. Adesso però è davvero tutto pronto: c’è il cartello “Open/Closed” appeso. I tavoli sono apparecchiati, i bicchieri sono stati spolverati, il personale per ora sono lei, uno chef italiano, due aiutanti e una cameriera – una ragazza dall’accento irlandese irresistibile.

Anche se quasi non ci può credere, Jenny ci è riuscita: ha realizzato il suo sogno, ha aperto il suo ristorante. Mamma e papà sono venuti dall’Italia a festeggiare il Natale con lei e inaugurare il ristorante. “Buon Natale papà!”, dice Jenny abbracciando il padre, un uomo alto e brizzolato, che indossa un maglione rosso. “Mi mancavano i tuoi maglioni di Natale” – sorride Jenny, felicissima.

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È la notte della Vigilia di Natale e Jenny con la sua famiglia, le amiche Kate e Alex, lo zio Frank e il suo bassotto, festeggiano con un brindisi. “A Jenny, e al suo sogno newyorkese meritatamente realizzato!”. La serata trascorre vivace, fuori nevica, e quel momento sembra un film. Il giorno dopo il ristorante aprirà al pubblico e Jenny è elettrizzata. Si avvicina alla finestra, si siede accanto all’albero di Natale illuminato con un bicchiere di vino e ripensa a quando non riusciva a trovare il nome per il suo ristorante. Sorride fra sé e sé: “Era così ovvio fin dal principio… Il suo nome non poteva che essere questo”.

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