Abbiamo raccolto le esperienze, le emozioni e le condivisioni di chi sta vivendo questa quarantena fra le mura di casa. Scriveteci per condividere la vostra storia: insieme, anche se distanti, ci sentiamo più uniti.
2020.
Chi mai lo avrebbe immaginato? Entriamo nella seconda decade del nuovo millennio con una pandemia che ha stravolto tutto il mondo in pochissime settimane. In tempi difficili come questo, in cui tutti siamo costretti a rimanere in casa per evitare la diffusione del Covid19 e limitare i contagi, abbiamo più che mai bisogno di sentirci uniti, anche se distanti.
Abbiamo raccolto alcune testimonianze per realizzare un Diario della Quarantena condiviso, in cui tutti possono raccontare le proprie esperienze e condividerle con gli altri. Scambiarsi idee, spunti, riflessioni è un modo per mantenersi vivi, creativi e uniti.
Se vuoi raccontarci la tua esperienza, scrivi a [email protected]. e saremo felici di aggiungere la tua storia a questo articolo.
Diamo voce ai nostri pensieri, e con questa forza ne usciremo.
Silvia: il viaggio alla riscoperta delle emozioni
In questo momento più che mai mi rendo conto di quanto poco ascolti me stessa, i miei bisogni, le mie emozioni. La quotidianità che conoscevo è sempre stata fatta di frenesia, eventi, incontri, persone, nuovi stimoli, e mai un attimo di silenzio e calma per ascoltarmi. Io sono sempre venuta dopo tutto il resto. Alla quarta settimana di quarantena fra le mura di casa, sento che la (ri)scoperta più importante che ho fatto sono io. I miei pensieri, le sensazioni del mio corpo e le mie emozioni. Mi sento spesso triste, arrabbiata, ma anche felice, grata, pensierosa, preoccupata. E a volte, tutto questo insieme. La verità? Mi sento viva, oggi più che mai. Ed è qualcosa che auguro a chiunque…
Erica: la creatività come mezzo per stare bene
Durante questo periodo di lockdown l’umore va su e giù, e i pensieri vanno e vengono. Per trovare un equilibrio con me stessa ho introdotto una nuova daily routine fra le mura di casa. Provo a mantenere i pasti della giornata in orari regolari, mi ritaglio delle pause dal lavoro alla scrivania per fare due passi sul balcone e scaricare lo stress fisico e mentale.
Non mi pesa rimanere a casa: leggo, ascolto la musica, disegno, creo moodboard ispirazionali ritagliando immagini da vecchie riviste, scatto fotografie con lo smartphone agli oggetti che ho sparso per la casa (ho intenzione di farci un album). Cambio la disposizione dei mobili in soggiorno, provo e riprovo tutti i miei 79 smalti. Insomma, mi diverto così. Però il mio corpo mi ha fatto capire che ho bisogno di muovermi, per questo seguo spesso molte attività sportive online. Ho anche sperimentato lo yoga per la prima volta, e la meditazione.
Nel weekend mi concedo una serata di totale relax con il mio ragazzo – coinquilino di quarantena – con “comfort food”, vino e karaoke. Oppure organizzo video call con gli amici, per le quali mi trucco come se dovessimo uscire per l’aperitivo. Tutto questo mi fa provare sensazioni positive.
Pietro: il tempo con la famiglia conta più di tutto
Io e mia moglie stiamo bene, questa è la cosa più importante. In questo momento così duro di isolamento forzato, paura sociale ed emergenza globale, poter passare il tempo con la propria famiglia è un lusso ancora più prezioso. Trascorro queste giornate di inizio primavera recluso portando avanti il mio lavoro il più possibile: sono proprietario di una piccola impresa che ha dovuto momentaneamente chiudere data la gravità della situazione. Dopo un primo momento di forte scoraggiamento, grazie al sostegno di mia moglie Anna e dei miei cari, a distanza, mi sono ripreso e sto vivendo con maggiore ottimismo questo periodo. Sono consapevole che ci saranno delle conseguenze, e andranno prese delle decisioni, ma in momenti come questo, in cui la salute delle persone è la priorità, tutto il resto si mette in prospettiva in modo naturale.
Clotilde: fra giochi da tavola, sport, ricordi e riflessioni
Purtroppo, o per fortuna, sono in quarantena da oltre un mese – essendo asmatica, con l’arrivo della primavera, ho dovuto prendere ulteriori accorgimenti. È una situazione difficile l’isolamento forzato, ma sto imparando a non impigrirmi fra le mura di casa. Nella mia “vita pre-Covid19” tendevo a vivere la casa solo per dormicchiare sul divano davanti a Netflix, dopo il lavoro. Adesso ho una nuova routine: mi sveglio, faccio una doccia energizzante, accendo il pc e lavoro concentrata. La sera guardo un film, oppure mi diverto a giocare a carte (“Briscola” e “Scopa” soprattutto, in cui sono diventata imbattibile). Ho riscoperto il piacere dei giochi da tavola, come Cluedo o Trivial Pursuit.
Ho anche imparato a tenere in ordine la casa – devo ammetterlo, non lo facevo mai, prima. Trovavo sempre delle scuse. Ora invece mi dà persino soddisfazione! Il resto del tempo mi dedico all’attività fisica: ho la fortuna di avere molto verde a disposizione nel giardino. Qui passo tempo con i miei cani, taglio il prato, prendo il sole, faccio un po’ di yoga e pilates. Forse quest’anno sarà la prima volta che arriverò all’estate senza sentirmi appena uscita dai pranzi di Natale.
Ci scherzo su, perché mi fa bene. Tuttavia, mi mancano i miei genitori e mia nonna. Mi manca bere una birra al bar con gli amici di sempre, andare alle mostre, mi manca passeggiare per la città nel weekend. Ma sono convinta che i piccoli sacrifici che stiamo facendo valgono la pena per tenerci al sicuro e tornare presto a vivere. Di recente ho avuto l’occasione di ripensare a quando da bambina mio nonno mi raccontava dei tempi della guerra, e io credevo che mai e poi mai mi sarei trovata in una situazione difficile simile. E invece eccoci qui, tutti in isolamento, a correre per fare scorte di cibo prima che non ce ne sia rimasto più. La mia speranza è che riacquisteremo senso civico, che impareremo davvero a goderci le piccole cose, e che l’Italia con le sue ricchezze e la sua bellezza diventi più forte. Spero che il concetto di Made in Italy non rimanga più solo un simbolo di qualità del prodotto, ma diventi anche rappresentanza delle persone che sono dietro a questa realtà, e della forza di un paese che ce l’ha fatta.
Amelia: la quarantena come opportunità di crescita personale
Sto vivendo questo momento inusuale, stressante e difficile come un’opportunità di crescita personale. Cerco di accogliere tutte le emozioni che mi arrivano: dal dolore alla paura, ma anche la gratitudine, la speranza e la serenità. Faccio tesoro di ogni spunto e stimolo che riesco a trovare nelle attività online, seguendo dei corsi di formazione, partecipando a classi di yoga, sfogliando i magazine messi a disposizione in modo gratuito dalle case editrici.
Cerco di sentirmi vicina alle persone che amo con videochiamate e qualche messaggio sincero. Medito, quando sento di averne più bisogno, in silenzio, con solo il mio respiro, per trovare l’equilibrio che mi manca. Cucinare per me è un’altra forma della meditazione, e cucino molto, per godere del cibo che ho la possibilità di acquistare, dei suoi colori, profumi, sapori. Dipingo e creo piccoli utensili per la casa, trasformando cassette di legno della frutta in svuota tasche o sottovasi.
Scrivo, guardo fuori dalla finestra, coccolo i miei gatti, abbraccio il mio compagno, dopo settimane di isolamento in cui non siamo potuti stare vicini.
Ho paura. Della malattia, della morte, del tempo che passa. Ho paura che il ritorno alla vita di prima non sarà più possibile, o almeno, non come lo immaginiamo. Ma coltivo il tempo senza limite che abbiamo a disposizione per provare a spostare l’attenzione dalla paura al benessere, e cerco di imparare qualcosa di nuovo da tutto questo.
Più di tutto mi godo la casa, il mio porto sicuro, dove mi sento libera – sebbene questo possa sembrare un ossimoro, data la quarantena forzata. Siamo noi stessi, fra le mura di casa, più che in qualsiasi altro luogo del mondo. Mi godo questo spazio, ogni centimetro del parquet su cui cammino a piedi nudi, le ampie finestre, la libreria che ho decorato con una fila di luci (quelle dell’albero di Natale). Mi libero di oggetti che non mi rappresentano più, creo spazio, e non per riempirlo nuovamente, ma per viverci più liberamente.
Davide: di affrontare la morte e la vita allo stesso tempo
Non mi sarei mai aspettato di trovarmi in una situazione simile. Ho da poco perso mia madre, e la mia compagna è incinta del nostro secondo figlio. C’è molta incertezza, molta paura, molto dolore. Grazie al lavoro da remoto riesco a mantenere lo stipendio più o meno inalterato, e questo mi fa sentire più sicuro. Lavorando nel settore del digitale ho molto da fare: gli incontri con i clienti si sono trasformati in video call, si mandano più mail, e tutte le attività procedono più o meno regolarmente.
Con il bambino a casa tutti i giorni, la convivenza è spesso stressante, ma io e mia moglie facciamo il possibile per organizzarci. Passo più tempo con mio figlio e questo mi fa piacere. Mia moglie ha rinnovato tutto l’arredamento della casa, dice che la rilassa, e io la lascio fare; a volte la guardo incuriosito mentre si concentra nel decidere in quale posizione mettere un piccolo quadro o il servizio di piatti per gli ospiti. Penso che ciascuno di noi in questa situazione trovi il proprio modo di passare il tempo, sentirsi più sicuro, rilassato, in forma. Io non faccio molto sport, ma ho scoperto il piacere del fitness seguendo i workout consigliati da alcune app.
Federica e Virginia: diamo valore al tempo e alla casa
Siamo due sorelle che condividono casa a Milano. Stiamo affrontando queste giornate di quarantena forzata cercando veramente di cogliere i benefici dati da “tutto questo tempo” a disposizione. Un tempo che, per il momento, non ha una scadenza. Stiamo imparando a sfruttarlo, senza sentire però l’obbligo di doverlo riempire per forza. Facciamo molte cose, quando ne abbiamo voglia. Esercizi fisici suggeriti dal personal trainer o da qualche app di fitness appena scaricata. Ma senza che diventi un’ossessione, solo un paio di volte alla settimana per dare sollievo alla schiena. Cuciniamo, attività che non sono mai state troppo nelle nostre corde, ma stiamo sperimentando con un po’ di fantasia per preparare le nostre merende preferite: pancakes e crepes. Federica ha persino imparato a fare le candele in casa! Coloriamo con gli acquerelli, leggiamo i libri che non avevevamo mai tempo di leggere prima, e lo facciamo magari durante un bagno caldo. F: Ho realizzato qualche braccialetto home made, e vorrei provare a dipingere una T-shirt con la tecnica del tye-die, di cui sono da sempre grande fan ma non mi ci sono mai cimentata prima d’ora.
Ma forse la cosa più bella che abbiamo imparato a fare di recente, è guardare la casa in modo diverso. Mai come ora apprezziamo entrambe la fortuna di vivere in uno spazio che amiamo e sentiamo nostro. Per questo, la sera ci ritroviamo in soggiorno a discutere su come ottimizzare al meglio le stanze. Stiamo facendo molto decluttering, liberandoci di oggetti non usati da tempo, cambiamo la disposizione degli oggetti per trovare un nuovo punto di vista, e rinnoviamo l’arredamento con qualche nuovo complemento acquistato online. È bello sentirsi al sicuro nel proprio nido.
Carlo: lo smartworking oggi e domani
Lavorare al computer è sempre stata la mia vita, faccio l’IT per un’azienda, e lo smartworking non è stata una novità per me. Non poter uscire, camminare all’aria aperta e interagire con gli altri, è però molto difficile anche per me – chiamato altresì “nerd” dagli amici. Cerco di staccare dal pc per un paio di break durante la giornata, faccio un po’ di esercizio fisico in taverna, guardo i documentari e i film che non avevo mai visto. Non sono un tipo da video call, ma alla mamma non si può negare di vedere il proprio “bambino” in un momento come questo.
Lavorare da remoto è secondo me uno di quegli aspetti che l’Italia aveva ancora bisogno di incrementare per scoprirne tutte le potenzialità. In un momento come quello presente, in cui la diffusione del coronavirus ha costretto tutto il Paese al lavoro da casa – dove possibile – costruire delle solide basi per lo smartworking è diventato necessario. Una postazione adeguata, una timeline da seguire, dei meeting online di allineamento con il team. Lavorare da casa può essere molto produttivo, è semplice, pratico, risponde a molti bisogni individuali oltre che a ridurre i costi aziendali, e pertanto andrebbe incentivato. Chissà che dopo questa esperienza molte aziende lo capiranno.
Emanuele e Vincenzo: l’importanza di continuare a sperare
Durante questa quarantena causata dalla diffusione del Covid19, ci siamo soffermati diverse volte sul fatto che abbiamo perso molti piccoli aspetti della nostra vita quotidiana a cui prima non facevamo caso. Un semplice aperitivo con gli amici, un caffè bevuto al volo con i colleghi al bar… Abbiamo spesso dato per scontato troppo, e adesso ne sentiamo la mancanza. Forse, questa crisi mondiale insegnerà a tutti qualcosa.
Ci chiediamo che ne sarà di noi, delle nostre vite, dopo il coronavirus? Nel frattempo, cerchiamo di rispettare le regole, rimaniamo in casa: sperimentiamo nuove ricette in cucina, facciamo workout in soggiorno, aspettando di poter tornare in palestra, facciamo ordine in casa e manteniamo alta la speranza.